COLOUR BRANDING: IL ROSSO

L’identità cromatica può condizionare l’idea che si ha di una marca, specialmente se opera attraverso la connotazione visuale del marchio che la rende tangibile.

I colori sono radiazioni elettromagnetiche riflesse dalle superfici colpite dalla luce che – attraverso gli occhi – coinvolgono il sistema nervoso e vengono “trasformate” dal cervello in sensazioni reali e concrete, spesso discriminanti per la creazione di un percepito e per le scelte d’acquisto d’un prodotto o per l’apprezzamento di un’azienda.

rosso-schema-01

Questo è uno di quei motivi per cui, il branding, deve essere visto come una scienza vera e propria, con tanto di teoria ed empirismo,
al pari della medicina o d’altre discipline cosiddette nobili.
Se volessimo osare un paragone, qualcuno potrebbe anche avere da disquisire sulla scientificità di una certa medicina, pensando - per esempio – a quante migliaia di vittime provocano alcuni farmaci diffusi e utilizzati in tutto il mondo.

I colori, come i brand, vivono inoltre come entità profondamente radicate nel nostro inconscio, come altri aspetti sono elementi impossibili da rimuovere (la stessa psicoanalisi ci aiuta semmai solo a gestirli). La loro presenza emotiva nell’inconscio e – per chiudere il cerchio – il loro far parte dell’immaginario collettivo (credenze e attributi storici), sono i fattori chiave del “Color Branding“, senza dubbio un’area nevralgica della brand identity, determinante per la costruzione di una marca e la progettazione
di un marchio.
Tra le radiazioni cromatiche visibili dall’occhio umano (i confini estremi dello “spettro luminoso” sono gli infrarossi e gli ultravioletti,
non percepibili dall’uomo ma da alcuni animali), il rosso è probabilmente il colore per eccellenza. Ricopre un ruolo da indiscusso protagonista e, grazie alle sensazioni che provoca, viene associato
a dei significati specifici, rispetto anche alle sue principali
macro-derivazioni, come l’arancio, il fucsia e il bordò.

rosso-schema-02

La simbologia del rosso è comunemente diffusa e riconosciuta, superando barriere geografiche e culturali: è associabile al sesso (bocca, organi genitali) e al dolore (ferite, sangue), quindi a emozioni forti come passione (amore, sensualità) e aggressività
(competizione, sfida).
Il rosso è eccitante perché tramite il sistema nervoso vengono stimolate le ghiandole surrenali, con conseguente secrezione di adrenalina da cui si genera una cospicua vasocostrizione, aumentando la pressione sanguigna e di conseguenza la frequenza cardiaca.

Insomma, la componente emozionale è il fattore critico per il branding: le gote in volto si fanno rosse quando non riusciamo a nascondere sentimenti come rabbia, vergogna o imbarazzo; la Ferrari è rossa per essere provocante e agguerrita; le fragole sono rosse per stimolare desiderio. Si ottiene così il famoso “batti-cuore”, sintomo di emozioni forti, che ogni brand dovrebbe provocare.